Articoli ed interviste che parlano dello Studio Legale De Caprio e degli Avvocati Mario e
Davide De Caprio pubblicate dai principali quotidiani nazionali
Processo stupefacenti Aosta
“Alle ore 20:00 applausi del pubblico per l’arringa dell’Avv. Mario De Caprio”.
Il processo al clan Spada: la mafia ad Ostia
Nel processo che si è appena concluso, che ha visto tra gli imputati i membri della famiglia Spada, si è affrontata l’annosa questione della presenza sul territorio di Ostia di associazioni di stampo mafioso. Il processo ha visto tra gli imputati anche Roberto Spada, già processato per la testata al giornalista di RAI 3 Piervincenzi. L’ufficio della Procura della Repubblica di Roma ha chiesto la condanna dei membri del clan degli Spada proprio per il reato di associazione mafiosa, ritenendo che gli stessi siano subentrati nel controllo della criminalità nel territorio di Ostia, al vecchio boss Carmine Fasciani già condannato per mafia. Il rischio come affermato in una intervista dall’Avv. Davide De Caprio, è quello di fare “di tutta l’erba un fascio”, processando un nome e non un sistema.
Omicidio Canale: ergastolo scampato per Antonio Cinque
Il processo per l’uccisione di Francesco Canale, capo della ‘ndrangheta calabrese, ha visto alla sbarra un solo inputato, Antonio Cinque, il quale ha pero’ sempre negato di aver preso parte al delitto. Il suo difensore, avvocato Mario De Caprio, per dimostrare le minori responsabilita’ del Cinque, e’ riuscito a portare in aula come testimone “Don Raffaele” in persona: Cutolo, accompagnato da 4 carabinieri, abbozza un lieve, quasi impercettibile, segno di saluto ad Antonio Cinque, il quale ricambia piegando leggermente la testa, in segno di rispetto.
Persone malate costrette a rinunziare alla sanità pubblica. Denunziata la concussione;
l’Avv. De Caprio si costituisce Parte civile.
Scippo di Monteverde
In sede di appello pena ridotta per i due autori dello scippo mortale di Monteverde, Rocco Verrilli e Massimo Palombini, condannati in primo grado rispettivamente a 13 e 12 anni di carcere. Accogliendo la tesi dell’avvocato Mario De cAprio, la Corte ha ridotto la condanna per Verrilli da 13 a 11 anni: il difensore ha infatti chiesto ed ottenuto la derubricazione del reato di rapina aggravata in rapina semplice e la concessione delle attenuanti.
Mirabile assolto dall’accusa di favoreggiamento
L’avvocato Giuseppe Mirabile, difensore dei fratelli Greco, e’ stato assolto col la formula piu’ ampia, “perche’ il fatto non sussiste”, dall’accusa di favoreggiamento nei confronti dei suoi assistiti. Il Tribunale di Roma ha pienamente accolto la tesi del difensore di Mirabile, avvocato Mario De Caprio.
Michele Greco “Il Papa”
La polemica sulla sentenza che rimette in liberta’ una cinquantina di capi mafiosi non accenna a placarsi, anzi si trasferisce dalle aule della Cassazione allo schermo televisivo. Il dibattito si anima tra il giudice istruttore Giovanni Falcone e l’avvocato Mario De Caprio, difensore del “papa” della mafia Michele Greco.
“Il legale dei boss contro Falcone. I Greco trattati come Tortora” E’ polemica sulla sentenza che rimette in libertà una cinquantina di capi mafiosi. Durante la puntata di Telefono giallo il dibattito si anima per un contrasto che vede contrapposti il Giudice istruttore Giovanni Falcone e l’avvocato Mario De Caprio, difensore di Michele Greco, il papa della mafia, e del fratello Salvatore, detto il senatore. L’avvocato De Caprio ribadisce che nel caso Chinnici i magistrati agirono sulla base di un pregiudizio. Infatti Michele Greco dopo 8 processi fu assolto!
Minacce di denunce e ricusazione
scontro fra giudice e legali al processo sul clan di Partinico I legali in aula scoprono di essere stati intercettati. Chiedono l’immediata espulsione degli atti dal dibattimento. Di fronte al rifiuto l’Avv. De Caprio si toglie la toga esclamando: “Non posso contribuire ad offendere la mia dignità forense, ci avete già pensato voi! “.
Lollobrigida : non ho mai posato nuda
Nella sala stampa del Tribunale di Roma Gina Lollobrigida, accompagnata dall’avvocato Mario De Caprio, si sfoga per il clamoroso falso del settimanale “Novella 2000”, contro cui ha sporto denuncia. Con provvedimento d’urgenza il pretore ha gia’ vietato l’ulteriore diffusione del numero incriminato; spetta ora alla Procura occuparsi della querela per diffamazione contro il direttore della rivista e l’autore del servizio.
La lollo vince contro Novella 2000
Gina Lollobrigida ha vinto la causa contro il settimanale scandalistico: la seconda sezione penale del Tribunale di Milano ha infatti condannato l’ex direttore del giornale al pagamento di 40 milioni di risarcimento immediato. La star e’ apparsa in aula accompagnata dal suo avvocato di fiducia, Mario De Caprio
Fiumicino ucciso agente di PS
al termine di una camera di consiglio durate piu’ di tre ore, i giudici della IV Corte D’Assise hanno condannato a 24 anni di carcere Murat Kalianovic, accogliendo in pieno le richieste del PM e dell’avvocato di parte civile, Mario De Caprio, che ha rappresentato nel dibattimento i familiari della vittima. Un gesto folle ha infatti strappato a questi ultimi il figlio di soli 20 anni, Roberto Iavarone, agente di polizia accoltellato al cuore mentre cercava di disarmare lo slavo all’aeroporto di Fiumicino.
Revocato il 41 bis a “banana”
Era detenuto nel carcere di Rebibbia. E’accusato dell’omicidio di Mazzei Un’ennesima vittoria dell’Avv. De Caprio. All’Abruzzese viene revocato il 41 bis e concesso lo status di detenuto normale. Molto è dovuto alla “demolizione” del processo, compiuta quotidianamente dall’Avv. de Caprio in aula.
A Nassiriya sparammo su civili e ambulanza
Soldato sotto inchiesta: eseguii un ordine. L’esercito lo premiò per l’operazione Inutile fango su eroici militari che, chiamati a fare il loro dovere, si sono visti addirittura indagati per omicidio. Il P.M. fu obbligato al capo d’imputazione da parte di un G.I.P. rimasto poi solo nella sua idea colpevolista. L’ arringa appassionata del De Caprio al Tribunale militare porta alla piena assoluzione dei valorosi militari, cui poi verrà riconosciuto anche un attestato al valore.
Una sentenza che si presta ad un totale ribaltamento.
In un altro processo il funzionario di Polizia è stato già assolto.
La donna, mancina
si sparò alla tempia sinistra sul suo letto…
Era evidente, ma a non ammetterlo erano i R.I.S. di Parma (all’epoca comandati dal Col. Garofano) i quali però vengono sconfessati completamente in due successivi gradi di giudizio. Questo processo è uno di quei casi in cui la passione e la competenza del difensore salvano la vita di un innocente.
Giallo di Via Po : libero il convivente Dopo 14 giorni di carcere, trascorsi in isolamento, Mario Maglione, accusato di aver simulato il suicidio della convivente in via Po’ 39 e poi arrestato per omicidio, e’ stato scarcerato. “Indizi insufficienti” : per i giudici della liberta’ la ricostruzione della polizia e’ stata smontata dai risultati dello Stub. “Si potevano aspettare i risultati prima di mettergli le manette ai polsi”, commenta l’avvocato Mario De Caprio, difensore di Maglione.
Via Po il pm punta al rinvio a giudizio
Nonstante la scarcerazione per indizi insufficienti, la Procura insiste e contesta al Maglione l’omicidio volontario e la frode processuale, sostenendo che l’indagato avrebbe modificato lo stato dei luoghi per smascherare il delitto. L’avvocato Mario De Caprio continua a battersi per dimostrare la sua innocenza: “il laboratorio ha realizzato ricostruzioni ipotetiche che partono da intuizioni e con premesse sbagliate per dimostrare l’indimostrabile”.
“Io, uscito da un incubo infernale” Dopo ben tre anni di “inferno”, Mario Maglione è finalmente tornato a vivere, assolto dall’accusa di aver assassinato la sua ex compagna, Tullia Accetta. La donna si sparò infatti in piena notte: Maglione, per venire fuori da questa spaventosa odissea giudiziaria, ha dovuto combattere a lungo. Ora accetta di parlare per la prima volta dalla sentenza, insieme al padre, Antonio, e al suo avvocato, Mario De Caprio, un combattente nato.
Accusato ingiustamente di omicidio
chiede 100 mila euro di risarcimento
Purtroppo ogni volta che vengono richieste le riparazioni per ingiusta detenzione, si verifica la solita sceneggiata; difatti la Procura Generale si oppone insistendo con il solito reclamo: l’imputato avrebbe dato col suo comportamento un contributo a farsi arrestare. Se non fosse tragico, sarebbe esilarante. Ma tant’è. In Italia non c’è mai denaro per ristori ma solo per ristorarsi da parte di chi comanda.
“Alibi e amnesie: i farmacisti si difendono dalle accuse”
I farmacisti accusati nell’ambito dell’inchiesta su un presunto giro di anabolizzanti e anoressizzanti venduti sottobanco si difendono da ogni contestazione. Sette gli arrestati. La Dott.ssa Paola Riccardi, titolare della farmacia di Pineta Sacchetti, ha chiarito molti aspetti della vicenda, assistita dal suo legale di fiducia, Mario De Caprio.
In Manette per omicidio.
Ma in realtà era suicidio…
Fortunatamente (ma sono i casi in cui la fortuna gioca un ruolo marginale) l’Avv. De Caprio riesce a convincere il Tribunale della Libertà di tale tesi. Poi il processo si è concluso con successo e con piena l’assoluzione mediante la più ampia delle formule. Processo nel quale l’Avv. Mario De Caprio riuscì da solo a controllare e smentire anche le perizie dei R.I.S. di Parma.
Prelevare soldi in cassa era un discorso tacito
Inchiesta. La confessione dell’indagato Gianni Gaetano…
…il quale per limitare i “danni” cerca di accusare innocenti. La storia si inserisce in una faida destata dall’invidia nei confronti del dott. Gaetano Gifuni, denominato Segretario ad honorem. Si è tentato di “passare”… attraverso un affine, il dott. Tripodi, per colpire in qualche modo anche lui.
Non ne so nulla.
E il legale: Tripodi e stato coinvolto per la sua parentela Processo assolutamente kafkiano. Il dirigente denuncia una sparizione di fondi e viene arrestato ancorchè agli arresti domiciliari. Chi invece ha preso i fondi non è mai stato raggiunto da arresti ed anzi ha patteggiato molto convenientemente. Gifuni, su richiesta del Presidente della Repubblica, è rimasto al Quirinale: chi lo voleva eliminare non ci è riuscito! Qualcun altro ha fatto carriera; il povero Tripodi è stato schiacciato da interessi altrui.
La desistenza nel compiere il reato viene scambiata per delitto tentato.
Davanti al Tribunale del Riesame si è stigmatizzata l’assurdità di un arresto dopo oltre 2 anni da un episodio all’epoca ritenuto irrilevante.
Sotto la consueta dizione del “pericolo di reiterazione del reato”
si cela in realtà l’antico istituto della “tortura” giudiziaria: due secoli buttati via! Dalla “veritas in rem” all'”assolutismo”.
La donna, mancina
si sparò alla tempia sinistra sul suo letto…
Era evidente, ma a non ammetterlo erano i R.I.S. di Parma (all’epoca comandati dal Col. Garofano) i quali però vengono sconfessati completamente in due successivi gradi di giudizio. Questo processo è uno di quei casi in cui la passione e la competenza del difensore salvano la vita di un innocente.
Prelevare soldi in cassa era un discorso tacito
Inchiesta. La confessione dell’indagato Gianni Gaetano…
…il quale per limitare i “danni” cerca di accusare innocenti. La storia si inserisce in una faida destata dall’invidia nei confronti del dott. Gaetano Gifuni, denominato Segretario ad honorem. Si è tentato di “passare”… attraverso un affine, il dott. Tripodi, per colpire in qualche modo anche lui.
Quirinale, indagato Gifuni
“Favorì il nipote per la villa”
Ridicola impostazione offerta da qualche “velina” interessata. Il dott. Tripodi ha fatto la villa negli anni e a sue spese, al di fuori della tenuta. Il manufatto ristrutturato all’interno della tenuta di Castel Porziano ne ha arricchito il patrimonio. E oggi viene utilizzato per altri scopi istituzionali. Il “nipote” non ha avuto alcun vantaggio dallo zio e fu assunto al Quirinale come vincitore del concorso, diciassette anni prima dello zio: la sua carriera e i risultati raggiunti gli spettavano. Certamente lo “scalino” Tripodi serviva per raggiungere qualcuno posto in alto, ma il processo sta dimostrando la sua inconsistenza.
Il processo mediatico trasforma in gossip la realtà giudiziaria.
Falsi Rolex detenuti per motivi di servizio, scambiati per il frutto di una corruzione. Aspra polemica con la Procura.
Sceneggiata di camorristi in aula
Il processo per l’uccisione di Francesco Canale, capo della ‘ndrangheta calabrese, ha visto alla sbarra un solo imputato, Antonio Cinque, il quale ha pero’ sempre negato di aver preso parte al delitto. Il suo difensore, avvocato Mario De Caprio, per dimostrare le minori responsabilita’ del Cinque, e’ riuscito a portare in aula “Don Raffaele” in persona: Cutolo, accompagnato da 4 carabinieri, abbozza un lievi, quasi impercettibile, segno di saluto ad Antonio Cinque, il quale ricambia piegando leggermente la testa, in segno di rispetto.
“Omicidio di via Po’, nuova assoluzione. Maglione non ha ucciso la fidanzata” “Accusato di delitto, assolto due volte”. Nuovo Trionfo per l’Avvocato Mario De Caprio La Corte d’Assise d’Appello ha confermato l’assoluzione di Mario Maglione. L’uomo era già stato assolto in primo grado; con la sentenza di secondo grado è stata cancellata anche la condanna a 16 mesi inflitta all’imputato per frode processuale.